Lead generation B2B: i canali online e offline da attivare

Tra le varie sfide che devono fronteggiare le piccole e grandi imprese che lavorano nel B2B c’è quella della generazione lead per trovare nuovi possibili clienti e alimentare il business.

Quando si usa il termine lead si fa riferimento ad una persona che manifesta interesse nei confronti di un prodotto o servizio offerto. Si tratta quindi di un utente che già conosce l’azienda e che ha avuto modo di esprimere, online o offline, un’esigenza al quale è possibile rispondere. Si evince quindi quanto le lead siano importanti per un’azienda B2B, perché si parla di utenti che sono già coinvolti nel funnel di conversione e che sono pronti a considerare un’offerta.

Come predisporre una strategia di lead generation

Tra le tecniche marketing più efficaci per ottenere lead B2B c’è certamente l’inbound, perfetto per attrarre traffico qualificato al sito e convertire in contatti di qualità. Una strategia di inbound marketing si compone di quattro fasi:

  1. Ottenere traffico qualificato – attraverso strumenti come la SEO, SEA, Blog o i social media
  2. Convertire il traffico in lead –  call to action, form di contatto o landing page
  3. Trasformare le  lead in clienti effettivi – utilizzando CRM, email marketing e social media
  4. Fidelizzare i clienti –  mediante questionari, promozioni personalizzate, recensioni

 

Funnel

Non è quindi possibile attrarre lead senza prima avere una base di utenti. Allo stesso modo è importante utilizzare i canali giusti per attirare contatti che effettivamente si convertiranno in lead. I canali di acquisizione possono essere differenti, online oppure offline, rappresentativi (pagine social o sito web) oppure promozionali.

I canali online per ottenere lead B2B

Una volta attirato il target di interesse è importante mantenere questo contatto e rispondere alle sue esigenze. Per farlo è necessario utilizzare gli strumenti giusti come ad esempio il CRM (Customer Relationship Management). Trattandosi di piccole o grandi imprese B2B, il primo strumento da prevedere è un software che permetta la gestione automatizzata dei dati raccolti. Tra i punti di forza di questi strumenti ci sono: piano marketing integrato, personalizzazione dei messaggi o delle mail, programmazione degli invii, creazione di form di contatto e landing page e tanto altro. Attraverso un CRM sarà possibile ad esempio contattare i clienti inviando mail o SMS con offerte oppure chiedere l’iscrizione alla vostra newsletter che contiene codici sconto.

Non esiste strategia di marketing che non preveda l’utilizzo di pagine social e di promozione come ad esempio campagne Facebook e Instagram. Attrarre traffico qualificato è importante ma non basta per trasformarlo in lead, attraverso i social media possiamo mostrare ai nostri possibili clienti i vantaggi nel richiedere un nostro servizio e prodotto. È possibile usare testimonial come i micro influencer e ambassador oppure prevedere dei concorsi a premi che possano convincere gli utenti che seguono la pagina a partecipare attivamente inviando i propri dati. L’obiettivo è fare lead generation B2B ma la strategia alla base dell’utilizzo di questi strumenti mira a profilare nel dettaglio la Buyer Persona. Così facendo non solo si ottengono nuovi contatti ma riferimenti sempre più qualificati e quindi propensi all’acquisto.

Quando parliamo di acquisizione di traffico qualificato i blog aziendali hanno un ruolo chiave.  Il Content Marketing è infatti uno degli strumenti più coinvolgenti del digital marketing. Offrire contenuti utili,  interessanti e sempre aggiornati permette di intercettare nuove opportunità commerciali per le aziende B2B. Attraverso un blog è possibile informare e ispirare potenziali contatti e di conseguenza vendere. Tra le tecniche più utili per convertire ci sono le call to action nei contenuti e la presenza di bottoni di contatto o di compilazione form. Il blog e il sito web andranno ovviamente ottimizzati da un punto di vista SEO per raggiungere posizionamenti organici strategici in merito a parole chiave importanti per il business B2B.

 

Calendario

 

Lead generation B2B e canali offline

Ad integrazione delle strategie online può essere utile prevedere anche campagne di advertising offline: pubblicazioni su riviste, spot in televisione e radio. Anche se possono sembrare dei canali non altamente competitivi come quelli online rimangono validi a livello di reminder e PR, molto utili quindi per consolidare il buon posizionamento del brand.

Tra le attività offline possono essere considerati anche i lead magnet cioè incentivi o regali che diamo ai nostri potenziali clienti chiedendo in cambio di lasciarci i loro dati di contatto. Quando si parla di lead generation offline è spesso consigliato optare per un regalo o gadget fisico. Un oggetto fisico ha un valore percepito molto alto e permetterà di richiedere in modo molto più naturale informazioni dagli utenti con una vera e propria survey.

Infine, per generare lead, le imprese che operano nel settore B2B hanno un’altra carta da giocare, spendibile sia online che offline: la formazione. Predisporre corsi di aggiornamento, tutorial, webinar, festival e manifestazioni è un’occasione importante per affermarsi come esperti del settore. In queste occasioni sarà possibile rispondere ai dubbi e ai quesiti più importanti che si pongono i nostri potenziali clienti ma anche offrire spunti interessanti per quanto riguarda i trend di settore. In questo caso la generazione di lead avverrà attraverso la compilazione di moduli per la richiesta di iscrizione all’evento che potranno essere utilizzati per attivare campagne di email o SMS marketing in futuro.

 

Webinar

 

Conquistare una Brand Identity forte e un buon posizionamento nella mente del potenziale cliente è importante e deve essere sfruttato attraverso una strategia di marketing ben strutturata per raggiungere ulteriori vantaggi in termini di lead generation per la piccola impresa.

Il modo più efficace per generare lead B2B è quello che prevede l’utilizzo combinato di strumenti sia online che offline, organizzati in modo strategico per produrre risultati certi e misurabili.

Se l’inbound marketing ti ha conquistato e cerchi una consulenza di uno specialista che possa supportarvi nella compilazione della tua strategia di lead generation B2B affidati a NeroBold. Contattaci per richiedere attività di marketing online e offline come:  campagne social, newsletter, dem oppure progettazione di stand o gadget aziendali.

Social network, la chiave di volta per svoltare il tuo business

I social network possono essere un touchpoint molto importante per dare un boost al tuo business B2B.

Molti dei social network che utilizziamo nella quotidianità (si pensi ad esempio a Facebook) sono nati con lo scopo di connettere fra di loro le persone, creando reti di relazioni che non si limitino a quelle del vicinato ma possano espandersi anche oltre oceano. Ebbene, oggi i social network mantengono ancora forte questa valenza ‘relazionale’, ma accanto a questa accezione si è andata ad accostare una valenza anche economica: il social media marketing è al giorno d’oggi uno strumento fondamentale per creare lead, raggiungere prospect, fidelizzare i clienti… insomma, fare business!

Questo vale per qualsiasi ambito, anche per il B2B. Ma perchè i social media ti possono aiutare a fare business? E soprattutto, come? Scopriamolo insieme.

Perchè usare i social media per incrementare il fatturato?

Dal “Digital 2022”, il report annuale stilato da We Are Social in collaborazione con Hootsuite, si possono trarre dei dati molto interessanti che possono aiutarci a rispondere a questa domanda. 

A livello italiano, su una popolazione di internauti di 51 milioni (+1,7% rispetto al 2021), oltre 43 milioni sono attivi sui social network (con una crescita del 5,4% in confronto allo scorso anno). Questi ultimi stanno sui social per circa 107 minuti ogni giorno: fra le piattaforme più usate, risaltano soprattutto WhatsApp (90,8%), Facebook (78,6%) e Instagram (71,4%). Piattaforme più ‘nuove’ come TikTok o Discord raggiungono percentuali più basse di fruitori, rispettivamente il 28,9% e il 9%, ma sono al tempo stesso i due social ad aver registrato tassi di crescita più consistenti.

E a livello globale invece, come siamo messi a utilizzo dei social network? Bene, considerando che la popolazione online overall è pari a 4,95 miliardi di utenti (+192 milioni rispetto allo scorso anno), di questi 4,62 miliardi accedono alle piattaforme social, con un incremento del +10% in confronto al 2020. La penetrazione dei social network è pari al 58,4% della popolazione mondiale, mentre il tempo medio trascorso usando questi canali è di 2 ore e 27 minuti.

Sono tutti dati che possono darti più di un valido motivo per capire quanto i social network siano fondamentali per la tua azienda, la sua awareness e soprattutto lo sviluppo del business, non trovi?

 

social più usati digital 2022
Fonte: WE ARE SOCIAL

Usare i social media per fare business: sì, ma come?

Per riuscire a concretizzare e vedere risultati economici tangibili dalla tua attività aziendale sui social network c’è bisogno di tempo, ma soprattutto di un piano d’azione ben definito e con obiettivi chiari.

Le basi da cui potresti partire sono:

  • Social Care, ovvero la versione 2.0 del Customer Care, che consiste nel creare una relazione diretta, immediata e possibilmente quanto più vicina al linguaggio del cliente, per costruire delle basi relazionali solide e trasformarlo in un ambassador affezionato (o disposto a fare nuovi acquisti con te). In ogni caso, coltivare un’attività di Social Care nel modo corretto, ti ripagherà con il valore e la fiducia dei clienti stessi.
  • Immagine coordinata, perchè per fare business anche sui social network è necessario che ci sia una continuità di immagine (sia essa foto, grafica o altro). Pensando a piattaforme social diverse, infatti, l’immagine coordinata riveste un ruolo fondamentale, in quanto più sarà univoca più gli utenti faranno un’associazione automatica con il tuo brand.
  • Coinvolgimento, perchè sui social network è fondamentale ingaggiare continuamente la persona che sta dall’altra parte. In questo caso potresti ricorrere a uno storytelling più elaborato rispetto alla classica “promozione o sconto dell’ultimo minuto”: racconta un dietro le quinte della tua azienda B2B o inventa una web series… dai sfogo alla tua fantasia, vedrai che gli utenti apprezzeranno!
  • Presidio dei competitor, perchè tanto offline quanto specialmente online monitorare ciò che fanno i propri competitor diretti è fondamentale non solo per essere sempre aggiornato su ciò che accade nel tuo settore, ma anche per eventualmente cogliere spunti interessanti da riutilizzare in modo creativo sui profili social della tua azienda.
  • Campagne ADV, perchè non dimenticarti che investire del budget sui tuoi contenuti è fondamentale per raggiungere il tuo target di riferimento. Il grande vantaggio poi che offrono le piattaforme social rispetto ai media tradizionali è di poter impostare un pubblico molto definito (sia per interessi che per localizzazione geografica o età), così da ottimizzare gli investimenti e colpire solo gli utenti che veramente sono di interesse per il business. Attraverso campagne di retargeting è poi possibile raggiungere tutti quegli utenti che sono già venuti a contatto con i nostri contenuti e spingerli potenzialmente verso azioni di business (come l’acquisto o la lead) molto più concrete. 

 

Insomma, come avrai capito il mondo dei social network non è solo un universo fatto di relazioni fra amici e parenti, ma un vero e proprio macrocosmo in cui anche la tua azienda può avere grandi opportunità di business. Se non sai da che parte iniziare o hai dei dubbi su come impostare la tua campagna di social media marketing, non esitare a rivolgerti a dei professionisti del settore, proprio come siamo noi!

Brand Positioning, come diventare un punto di riferimento per i clienti

Parlare di posizionamento strategico del brand nel 2022 è fondamentale per essere riconoscibili e aumentare le tue vendite.

Il brand positioning è uno degli elementi più importanti nella strategia di comunicazione di un brand. Il suo scopo è fare in modo che potenziali, o attuali clienti, abbiano ben chiaro quale sia il posizionamento dell’azienda. Affinché possa essere percepito in modo univoco, il posizionamento del brand deve seguire alcune caratteristiche essenziali. In particolare, deve risultare: desiderabile, chiaro e distintivo. 

Quando parliamo di brand positioning non facciamo riferimento solo al lanciare un logo o uno slogan che crei appeal negli utenti. Se fatto secondo una strategia ben delineata questo può aiutare le aziende a distinguersi dai competitor anche se offrono servizi o prodotti pressoché identici.

Una forte percezione del brand può aiutare la tua azienda ad avere più successo soprattutto quando un potenziale cliente è indeciso tra te e i tuoi competitor. Non si tratta solo di essere trovato per le parole chiave giuste ma di essere un punto di riferimento nel tuo settore. Studiare il tuo mercato e condividere dei tratti positivi o apprezzati nel settore (es. azienda di abbigliamento attenta all’ecologia) è più probabile che il tuo cliente target si affidi a te. Ogni volta che i tuoi clienti si trovano di fronte a una scelta consciamente o inconsciamente, saranno portati a scegliere l’azienda dove acquistare in base a specifici tratti distintivi.

Come sviluppare la Unique Selling Proposition

Il termine USP (Unique Selling Proposition) si deve a Rosser Reeves, pubblicitario statunitense degli anni ’50. Secondo Reeves un brand deve essere in grado di trasmettere una caratteristica unica e differenziante in riferimento a servizi o prodotti proposti come ad esempio la consegna in meno di 24h oppure l’utilizzo di materiale riciclato. Si tratta quindi di quel quid che determina il successo in termini di vendite.

Per comunicare al meglio la Unique Selling Proposition è importante capire quali sono le caratteristiche principali del brand e porsi delle domande. Si differenzia in maniera sostanziale rispetto alla concorrenza? Se la risposta è negativa, è evidente che è necessario individuare anche solo un elemento distintivo altrimenti la comunicazione che verrà utilizzata per vendere i tuoi prodotti rischia di essere identica ai competitor e di perdere valore. L’attenzione spesso sta tutta sul modo in cui il messaggio pubblicitario viene costruito e diffuso, sia che questo faccia riferimento ad un prodotto specifico che al tuo marchio. 

Lo sviluppo della USP deve quindi tenere conto degli obiettivi e delle specifiche che sono il punto di forza del brand. Solo in questo modo la tua azienda potrà comunicare e raggiungere una precisa identità nel mercato di riferimento.

 Lavorare sulla percezione visiva del brand

Una volta individuati i punti di forza del tuo marchio è importante capire come questo viene riconosciuto.

La percezione visiva del brand fa riferimento al modo in cui i consumatori riconoscono un marchio. Gli utenti formano la loro percezione del brand non solo in base ad un logo univoco ma anche in base ad un’altra serie di elementi come le news sulla tua azienda, le recensioni online, la tua comunicazione fisica (cartelloni pubblicitari) oppure online (social media e sito web).

La percezione del brand è strettamente relazionata al brand positioning perché attraverso la prima puoi comprendere se la tua strategia di posizionamento sta andando nella direzione giusta.

Per delineare meglio la percezione che gli utenti hanno del tuo marchio è importante avere in mente delle precise personas. Più i tuoi consumatori riusciranno ad associare il tuo brand a delle buyer personas specifiche (ovvero loro stessi) più saranno attratti dalla tua azienda.

Come integrare il posizionamento del brand nella tua strategia di marketing 

Una volta scelto il tipo di posizionamento di brand ideale, è necessario comunicarlo in modo diretto ai consumatori. Si parla non solo di slogan ma soprattutto di azioni concrete necessarie affinché il cliente percepisca il brand secondo le tue aspettative. Non basta utilizzare una comunicazione efficace, se questa non è seguita da fatti che possano avvalorare lo slogan. È ovviamente essenziale che la strategia di marketing sia sostenibile nel tempo, affinché il brand possa raggiungere il brand positioning ideale in un tempo ristretto. Una volta raggiunto, l‘azienda dovrà focalizzarsi sul monitoraggio di questo posizionamento, cercando di garantire continuità e coerenza comunicativa nel tempo. 

Come definito prima, la strategia di marketing dovrà tenere conto della USP e della percezione del brand andando a lavorare quindi su: immagine, slogan, presenza online e recensioni.

Ora che hai capito perché è importante avere una strategia di brand positioning, non vedi l’ora di integrarla nel tuo piano marketing. La domanda che ti stai ponendo probabilmente in questo momento è “da dove partire?”.

Affidati ai nostri esperti di marketing e comunicazione per creare una strategia ben definita e non lasciare nulla al caso. Scopri tutti i servizi dell’agenzia NeroBold e richiedi una consulenza per la tua Brand Identity. Contattaci per saperne di più sulle strategie di posizionamento dei brand!

Marketing B2B su LinkedIn: a tutta strategia!

Per fare del marketing B2B su LinkedIn che sia funzionale ed efficace per la tua azienda devi conoscere le potenzialità della piattaforma e impostare la giusta strategia.

Fra tutti i social network esistenti, LinkedIn rappresenta sicuramente lo strumento migliore a livello professionale e aziendale. Specialmente per le imprese, questo social non è soltanto una vetrina dove farsi trovare da potenziali candidati o futuri clienti: usare LinkedIn nel marketing B2B può portare a dei risultati straordinari. Sei impaziente di scoprire come sfruttare questa piattaforma in modo strategico, per ottimizzare i risultati e aumentare la visibilità della tua azienda? Bene, scopriamolo subito insieme.

Marketing su LinkedIn, i vantaggi per le aziende

Grazie ai social network oggi le aziende possono vedere un incremento della loro Brand Awareness, creare un legame diretto e più duraturo con il proprio target e promuovere direttamente i servizi o prodotti che offrono. 

Questo vale in generale per tutte le piattaforme social. Ma che cosa differenzia LinkedIn dagli altri network, specialmente nel caso delle aziende? Ti sarai accorto del fatto che LinkedIn è uno strumento di comunicazione serio: qui i professionisti condividono notizie e guide attinenti il proprio ruolo o settore di riferimento, creano un network di contatti utili per raggiungere i propri obiettivi professionali e interagiscono con loro. Si costruiscono quindi delle relazioni e una propria reputazione strategica e studiata. Questo vale tanto per le persone fisiche, quanto per le aziende. La comunicazione che un’azienda adotta su LinkedIn non può essere la stessa utilizzata, ad esempio, per Facebook. Allo stesso tempo, fare del marketing su LinkedIn significa anche portare dall’esterno contatti qualificati e interessati sulla propria pagina aziendale e dall’interno vuol dire creare una cultura aziendale che faccia sì che i propri dipendenti si riconoscano nella comunicazione istituzionale dell’impresa.

Su LinkedIn, inoltre, diventa fondamentale saper produrre dei contenuti che non siano fini a sé stessi: i contenuti pensati e realizzati ad hoc per questa piattaforma hanno come obiettivo principale quello di essere utili per gli utenti e quindi, potenzialmente, capaci di portare nuove lead all’azienda.

Schermata LinkedIn

Strategia di marketing su LinkedIn, gli elementi essenziali per portare business

Impostare una strategia di marketing su LinkedIn per la tua azienda vuol dire porti come principale obiettivo quello di creare delle lead, ovvero contatti caldi e potenziali da trasformare in futuri clienti. 

Per fare ciò il primo passo consiste nell’impostare (se si parte da zero) oppure ottimizzare (se è già esistente) il profilo della tua azienda. La pagina aziendale è un vero e proprio biglietto da visita: ogni sua parte quindi, dalla descrizione fino all’immagine di copertina) dovrà essere completa e chiara. 

Dovrai quindi andare a definire il tuo pubblico di riferimento, considerando che non potrà essere lo stesso target per tutti i social media su cui è presente la tua azienda. Ogni piattaforma ha infatti la sua specificità, tanto nei contenuti quanto nei pubblici. Identificare il target giusto nel marketing B2B su LinkedIn può fare la differenza, perché consente di creare una comunicazione ottimizzata e mirata. Allo stesso tempo è fondamentale definire l’obiettivo per cui la tua azienda si trova su LinkedIn. Vuoi aumentare la lead generation? Oppure hai bisogno di concentrarti di più sulla Brand Awareness? O ancora sei più orientato a condividere contenuti che portino traffico qualificato al tuo sito web? Gli obiettivi di una strategia di marketing su LinkedIn possono essere tanti e diversificati, sta a te definire quello giusto per la tua attività.

Una strategia che si rispetti, poi, deve richiedere costante, impegno e continuità. LinkedIn non può essere una piattaforma su cui aprire la pagina della tua azienda per poi abbandonarla lì. Pubblicare qualche contenuto ogni tanto non ti porterà certo dei buoni risultati. Stilare un piano editoriale ad hoc per questo social network diventa quindi essenziale: così facendo, fornirai al tuo pubblico non solo contenuti che lo interessano, ma anche diversificati fra di loro e capaci di creare aspettativa. Ricordati però sempre che non esiste una formula magica che ti dica quale contenuto è meglio pubblicare su LinkedIn, a che ora e con che grafica: bisogna sperimentare, monitorare le performance e poi, se necessario, raddrizzare il tiro. Sponsorizzare poi i tuoi contenuti può essere un ottimo modo per perseguire i tuoi obiettivi aziendali e per portare risultati soddisfacenti anche a fronte di piccoli investimenti adv.

La giusta strategia di marketing su LinkedIn ha inoltre la capacità di costruire delle relazioni stabili e durature con il pubblico di riferimento. L’engagement su questa piattaforma è fondamentale: più gli utenti commenteranno e condivideranno i tuoi post, più altri professionisti ti conosceranno, e aumenterà così la notorietà della tua azienda. In questo senso una best practice può essere quella di condividere i volti e le peculiarità dei team che lavorano nella tua azienda. Su LinkedIn mostrare il lato umano di un’impresa B2B può risultare la strategia vincente, perché le persone sono spesso attirate da altre persone che “ci mettono la faccia” per il luogo in cui lavorano.

Come avrai capito il mondo del marketing su LinkedIn è ampio e variegato: capire però quanto questo strumento sia efficace e strategicamente rilevante per la tua azienda è il primo passo per creare una rete di contatti utile per far sviluppare il tuo business. E sei hai bisogno di professionisti pronti a fornirti una consulenza puntuale su questo strumento social, non esitare a contattarci!

Quando l’immagine coordinata fa la differenza per un B2B?

L’immagine aziendale coordinata è un dettaglio che molte aziende sottovalutano ma che fa la differenza in termini di brand identification e awareness.

Quando si sceglie un’immagine aziendale (logo, grafica, colori) lo si fa con esperti del settore lavorando su impatto visivo e dettagli che possano rimanere impressi nei clienti. Se però questo lavoro non è coordinato su tutti gli elementi dell’azienda viene meno il concetto di brand identification.

In quali casi si usa un’immagine aziendale coordinata?

L’immagine aziendale può essere utilizzata per tantissimi elementi che spesso vengono sottovalutati o ritenuti non necessari di un’identificazione precisa. In quali casi è quindi necessario o consigliato mostrare il logo del nostro brand?

  • Sito Web – il primo touch point con il nostro potenziale cliente è sicuramente il  sito web. Avere un logo ben riconoscibile nell’header del sito è molto importante per far capire al cliente che si trova nel sito ufficiale del nostro brand.
  • Canali social – se il sito è il primo punto di contatto, i social possono essere altrettanto importanti. Ricordatevi di utilizzare per tutte le pagine social (Facebook, Instagram, LinkedIn, etc.) il logo aziendale come immagine profilo. Così facendo il cliente potrà comprendere in modo diretto che attraverso questa pagina social potrà parlare direttamente e ufficialmente con voi. 
  • Design e packaging prodotti – se il vostro business prevede la vendita di prodotti (anche se B2B) potrai sempre trovare un punto dove aggiungere il tuo logo. Non sempre sarà necessario che sia ben visibile ma non inserirlo è un’opportunità di branding non colta.
  • Biglietti da visita un’azienda B2B deve sfruttare anche e soprattutto i biglietti da visita per poter essere ricontattata da un potenziale cliente. Nonostante i biglietti da visita più creativi abbiano appeal non sempre riescono a identificare il brand in modo corretto. Preferite quindi l’inserimento del logo piuttosto che un’immagine di impatto ma non efficace dal punto di vista comunicativo.
  • Presentazioni grafiche e carta intestata Anche nei documenti ufficiali è consigliato utilizzare il logo per intestare Power Point, Word e PDF. Così facendo il cliente riconoscerà in un batter d’occhio che il documento appartiene alla vostra azienda.
  • Stand fieristici, cancelleria e gadget – partecipare ad un evento oppure ad una fiera è un importante momento per farti notare. Uno stand brandizzato farà sicuramente la differenza rispetto ai classici stand bianchi e anonimi. Spesso sottovalutata, la cancelleria, come ad esempio le penne brandizzate, sono un ottimo gadget che visivamente aiutano la brand awareness di un’azienda, perfette da distribuire durante una fiera.
  • Auto e furgoni  chi dispone di auto e furgoni non può perdere l’occasione di brandizzare con il proprio logo e payoff. Le persone passano moltissimo tempo nel traffico il che deve tramutarsi in un’opportunità di marketing da sfruttare non solo attraverso i cartelloni pubblicitari ma anche con auto e furgoni.

 

Immagine coordinata oggetti

Perché avere un’immagine coordinata è importante

Quando si parla di immagine aziendale coordinata si fa riferimento ad un complesso di grafiche come simboli, loghi, colori e materiali che identificano in modo univoco un’azienda. Questa si deve esprimere in tutti i contesti in cui un brand riesce ad intercettare potenziali clienti, indipendentemente dal luogo o dall’elemento di riferimento.

La coordinazione fra i diversi canali è l’elemento che consente di aumentare la credibilità della propria comunicazione oltre ad essere correttamente identificabile.

Se ideata e realizzata con criterio e strategia, il logo o immagine coordinata  è un potente strumento per rafforzare la coerenza e l’immagine che questa ha nel mondo. Questo  ha un impatto visivo verso i clienti o potenziali che potranno percepire un senso di affidabilità nei confronti dell’attività B2B.

Per conseguire uno standard  e una coerenza grafica nella comunicazione B2B sui diversi canali è molto importante definire una guida aziendale in tal senso. Il documento è alla base della policy aziendale relativa alle comunicazioni esterne e ai rapporti con clienti e fornitori.

Sarà quindi importantissimo stabilire in modo univoco: palette dei colori aziendali, font del brand, logo in positivo e negativo, impostazione grafica, biglietti da visita, brochure ma anche wireframe e layout del sito. 

Il manuale dovrà quindi essere declinato a seconda dei canali presidiati dall’azienda e delle sue peculiarità identitarie.  Immagine coordinata sfondo nero

Avere un’immagine aziendale coordinata è un espressione chiara della definizione della brand identity. Questa deve rispecchiare i valori identitari e i punti fermi aziendali per poterli trasmettere ai clienti. Il raggiungimento della riconoscibilità è un obiettivo molto importante e delicato. La consulenza di un professionista di grafica e comunicazione  in questi casi potrebbe fare la differenza, contattaci per scoprire come possiamo esserti di supporto!

UX e UI, cosa sono questi (s)conosciuti?

I benefici di un sito ben disegnato dal punto di vista della UX e della UI sono moltissimi soprattutto se lavori nel settore B2B.

La UX e la UI sono di solito sono associati in un unico termine “design UX/UI”  tanto che sembrano descrivere la stessa cosa. A differenza di quanto si possa credere UX e UI sono due concetti completamente diversi, non opposti ma complementari. Ognuno dei due ha delle caratteristiche specifiche ma allo stesso tempo molto importanti per il tuo sito web e di conseguenza per gli utenti che scelgono di visitarlo.

Differenza tra UX e UI

Il termine User Experience (in italiano “esperienza utente“) associato ad un sito web oppure ad un app determina quanto sia facile o difficile interagire per gli utenti con gli elementi dell’interfaccia utente. Attraverso la UX viene quindi determinate come funzionerà l’interfaccia sia dal punto di vista di struttura che di funzionalità ma soprattutto come tutte le parti si dovranno relazionare tra loro. Se la navigazione è complicata o non intuitiva, è probabile che l’esperienza utente sia pessima e invece che raggiungere il goal del contatto o della compilazione form il cliente si perda nelle varie pagine del sito.

ux Graphic designer creative  sketch planning application proces

La UI (User Interface) sta invece per interfaccia utente e rappresenta il layout grafico di un’applicazione web. Un’interfaccia utente non è solo grafica ma tanto altro come pulsanti, caselle di testo, immagini e tutto quello che l’utente utilizza per interagire con il sito.  Ciò include ovviamente anche il layout dello schermo, qualsiasi tipo di elemento visivo, interazione o animazione che deve essere progettato nei minimi dettagli per far si che l’utente riesca ad interagire con il sito. Tra le scelte che competono a un designer di UI ci sono quindi schemi di colore, larghezza di linee e caratteri da utilizzare, ma anche forme e colori di pulsanti, caselle di testo. Non si tratta però solo di estetica ma soprattutto di funzionalità, è importante infatti che ogni singolo elemento visivo non solo sia armonico nel design della pagina ma anche usabile dall’utente.

Per capire l’importanza di UX e UI basta immedesimarsi nel ruolo dell’utente e di quello che effettivamente rende difficile la navigazione o l’intuitività di un applicativo web. Capita spesso di lamentarci quando l’app o il sito web della nostra banca non è effettivamente usabile e non ci permette di fare un bonifico oppure controllare il saldo del conto: lo stesso tipo di problema potrebbe riscontrare il tuo utente medio. 

Design UI

Ci sono poi tantissimi elementi legati indirettamente all’esperienza utente e che si tende a sottovalutare. 

Ad esempio se l’esperienza complessiva è stata piacevole la persona probabilmente si segnerà quel sito Web come riferimento futuro. Curare la UX e la UI è importante anche in termini di traffico organico (SEO). Google ha infatti inserito tra i suoi fattori di posizionamento la UX calcolando diversi aspetti del tuo sito per poterlo premiare nelle ricerche come ad esempio il bounce rate, il layout shift e la lentezza di caricamento di un sito. I motori di ricerca come Google e Bing hanno come obiettivo quello di fornire agli utenti la migliore risposta alle loro domande il più rapidamente possibile e in modo pertinente. Lo stesso vale anche per la SEA: piattaforme come Google Ads e Bing Ads analizzano e valutano le tue campagne pubblicitarie e ti restituiscono suggerimenti per ottimizzare le pagine di atterraggio.

UX e UI per un sito B2B

Ma come applicare le regole di UX e UI al settore B2B? Benché le regole base non cambino (user first) in questo caso è molto importante concentrarci sulla tipologia di utente che interagirà con il nostro sito. L’acquirente B2B è solitamente un responsabile dell’ufficio acquisti o comunque una persona con un ruolo importante in azienda. Il processo di acquisto di un B2B è molto più lungo e prende in considerazioni diversi aspetti. Per questo motivo, i siti B2B devono offrire un’ampia gamma di informazioni che descrivano in modo completo i vantaggi dei tuoi servizi o prodotti. Pensa quindi ad un sito completo come white paper e case studies che possano aiutare a descrivere costi nascosti e ROI. Il tutto senza dimenticarsi di spiegare al cliente come il prodotto o servizio può integrarsi nel suo processo produttivo o di vendita.

Web B2B

Se quindi la strada migliore è quella di trattenere l’utente e fargli vivere un’esperienza adeguata alle sue aspettative e processi decisionali è importante che la UI e la UX prendano in considerazione bisogni e desideri. Ad esempio molti siti lavorano in prevalenza su una customer journey del sito molto diretta basata sullo slogan “contattaci per saperne di più”. Questo tipo di approccio è altamente dannoso quando si parla di UX per siti B2B. Anche se la tentazione di acquisire più informazioni possibili dei visitatori per poterli contattare personalmente è allettante spesso può essere controproducente. È stato infatti constatato che i clienti prospect non desiderano essere contattati finché non hanno acquisito abbastanza informazioni per poter sostenere una conversazione consapevole che possa trascinarli in una decisione affrettata.

Quindi gli utenti di siti con prodotti e servizi ben documentati finiscono per preferirli ad altri meno descrittivi ma con costi potenzialmente inferiori. La sicurezza data dalla trasparenza delle informazioni inserite all’interno di un sito permette lo sviluppo di un rapporto di fiducia verso la tua azienda.

In sintesi, per un potenziale cliente entrare nel mondo di un’azienda B2B può essere un esercizio costoso in termini di impegno e tempo.  

Vuoi lavorare sulla UX e la UI del tuo sito B2B ma non sai da dove cominciare? Contattaci e sapremo supportarti analizzando le tue esigenze e i tuoi potenziali utenti. Contattaci per una consulenza!

Come analizzare un sito web? Ecco la guida completa

Conoscere lo stato di salute del tuo sito web è importantissimo perché ti permette di capire quali sono i margini di miglioramente sia della tua presenza online che delle potenziali conversioni.

Avere un sito web funzionale e ben progettato non vuol dire necessariamente che il tuo sito sta performando correttamente. Hai la sensazione che non ti arrivino abbastanza contatti dal web o che il tuo brand sia addirittura difficile da trovare online? Questo è il primo campanello di allarme che dimostra che il tuo sito non sta raggiungendo le performance di traffico ottimali. Come si analizza un sito web? Con quali strumenti farlo ma soprattutto come aumentare le performance? 

Impara a conoscere i KPI del tuo sito

Quando parliamo di KPI, cioè di Key Performance Indicator, non parliamo di obiettivi di business ma di obiettivi di marketing online. Esistono diversi KPI, ma quelli più importanti fanno riferimento al traffico, e quindi agli utenti, che arriva al tuo sito. Prima di addentrarci negli indicatori di performance andiamo a fare una veloce distinzione di quelle che sono le potenziali fonti di traffico:

  • Organico – si tratta di utenti che atterrano sul sito dopo aver effettuato una qualsiasi ricerca su Google e altri motori di ricerca. 
  • Referral – persone che hanno raggiunto il tuo sito attraverso un link esterno.
  • Diretto – utenti che hanno scritto il tuo dominio direttamente sulla barra di ricerca.
  • Social – sessioni al tuo sito che arrivano da un utente che ha cliccato su un post o link sui social.
  • A pagamento – traffico che deriva da campagne a pagamento sui motori di ricerca (Es. Google Ads, Bing Ads, etc.).

La prima cosa da fare è quindi analizzare quale tipologia di traffico sta arrivando al tuo sito e quali sono le proporzioni tra le varie sorgenti. Se ad esempio lavori molto sui social ma non ti sembra che il traffico che ne derivi sia effettivamente così impattante, potrai decidere se cambiare strategia di social media marketing oppure se puntare ad altro come la SEO (Search Engine Optimization) o la SEA (Search Engine Advertising).

Anche se le sorgenti di traffico sono differenti, i KPI da valutare sono i medesimi e vanno tenuti in considerazione per poter fare una fotografia dello stato dell’arte prima e dopo le tue attività di digital marketing.

I principali KPI che devi andare a valutare sono:

  • Numero, sesso e provenienza dei visitatori del sito web.
  • Numero di visualizzazioni di pagina per visitatore. 
  • Il tempo che un visitatore trascorre su ogni pagina e sull’intero sito.
  • Pagine più visitate del tuo sito web.
  • Bounce rate –  la percentuale di visitatori che atterrati su una pagina la abbandonano. 
  • Conversioni come chiamate, compilazione form, inserimento di articoli nel carrello.

Ma come posso avere accesso a tutti questi dati sul mio sito web in modo chiaro e intuitivo?

Strumenti per analizzare il traffico di un sito internet

Esistono moltissimi strumenti di analisi presenti su internet e alcuni sono perfino messi a disposizione da Google in modo gratuito. Ogni strumento ha le sue peculiarità e le sue funzionalità ed è quindi molto importante conoscerli per decidere a quale fare affidamento.

Se stai cercando di capire qual è il traffico effettivo che arriva al tuo sito non puoi allora fare a meno di Google Analytics e Google Search Console. Entrambi i tool online sono gratuiti e raccolgono tantissimi dati utili per effettuare delle analisi preliminari ad una strategia digitale vincente. Dato che questi strumenti tracciano dati puntuali, sarà necessario agganciarli al tuo sito web attraverso una stringa di tracciamento da inserire all’interno del codice del sito. Se con Google Analytics potrai avere accesso ai principali dati di traffico e KPI elencati fino ad ora, con possibilità di segmentare le tue analisi per pagina, tipologia di traffico, periodo di analisi e tanto altro, con Google Search Console i tuoi orizzonti si amplieranno. Questo tool permette infatti di avere una panoramica completa di come il bot di Google si stia comportando con il tuo sito. Avrai a disposizione dati approfonditi sul tuo traffico organico (quello proveniente dalle ricerche web) come click e impression per singola pagina, parole chiave che ti hanno portato più traffico, Paesi e dispositivi di origine del traffico. Il grandissimo plus di questo tool gratuito è che non solo restituisce dati sul rendimento del sito web, ma anche dettagli e indicazioni su come migliorare dal punto di vista tecnico. Sono presenti infatti moltissime funzionalità con feedback sulla corretta visualizzazione delle pagine, della loro indicizzazione e performance tecnica su Google.

 

schermata Google Analyrics

 

Altri strumenti molto utili per analizzare i kpi di traffico sul tuo sito internet sono quelli come SEOZoom, Semrush, Sistrix e Ahrefs. Questi strumenti terzi, che presentano in alcuni casi la versione freemium, ma che per la maggior parte delle funzionalità sono a pagamento, aiutano non solo a stimare le performance di traffico del tuo sito ma anche quelle dei tuoi competitor. Sì, parliamo di stime perché non si tratta di tool di tracciamento effettivi ma di stime basate sui dati che vengono raccolti sui motori di ricerca. Molti tool di questo tipo sono utili anche per aiutarti a studiare meglio non solo il tuo sito ma anche il settore di riferimento restituendo KPI come numero e tipologia di competitor online, volumi delle keyword più cercate dagli utenti e in alcuni casi anche suggerimenti e consigli per migliorare tecnicamente e semanticamente il tuo sito internet.

 

Schermata Seozoom

 

Come specificato più volte perché il tuo sito raggiunga in modo ottimale KPI come visitatori e conversioni è importante che questo sia ottimizzato anche dal punto di vista tecnico. Come abbiamo visto Google Search Console è un ottimo alleato per studiare questo aspetto ma se vuoi andare ad approfondire i singoli elementi di codice o di risposta del tuo sito potrai fare affidamento a tool come GTMetrix, Screaming Frog o  W3C Link Checker. Attraverso questi tool potrai capire perché gli utenti non atterrano sulle pagine di tuo interesse o perché c’è un elevato bounce rate in uno specifico punto del sito. 

 

Schermata Screamingfrog

La strategia per migliorare il traffico al tuo sito web

Una volta compreso, in modo più o meno approfondito, che il tuo sito web ha problemi di performance di traffico dovrai mettere in piedi una strategia digital per migliorarlo. Non sai da dove cominciare ma soprattutto non avevi previsto un budget per questo? Nessun problema perché la digitalizzazione delle aziende è un tema così importante tanto che esistono tantissimi bandi regionali per aziende e start up che servono proprio ad aiutarti in questi momenti. Affidati a dei professionisti che possano aiutarti non solo a comprendere quanto e che tipo di traffico arriva al tuo sito ma anche quale bando può essere il migliore per te e in che modo partecipare per raggiungere il tuo obiettivo: raggiungere più utenti possibili e ricevere visite e conversioni al tuo sito aziendale. Contattaci per una consulenza digitale e scopri tutti i nostri servizi! 

Social media trend 2022, ecco cosa non farti sfuggire

I social media sono canali di comunicazione che cambiano ogni anno: per questo è bene stare al passo con i tempi ed essere sempre aggiornati sugli ultimi trend!

Il mondo dei social media, si sa, è un universo in costante evoluzione. Stare al passo con le tante novità che vengono introdotte praticamente ogni giorno nell’ecosistema del social media marketing può non essere affar semplice. Ma una cosa è certa: conoscere quali sono i social media trend per il 2022 è un tassello fondamentale che non può mancare nella tua strategia di comunicazione per renderla vincente! Scopriamo quindi insieme quali saranno le tendenze di quest’anno per Facebook, Instagram, TikTok e tanti altri social.

Social media trend: cosa ci aspetta su Facebook?

Pur avendo perso il suo smalto – e interesse da parte degli utenti – originario, Facebook rimane comunque uno dei principali social network nel mondo, con ben 2,9 miliardi di utenti attivi al mese. Per rimanere al passo con canali più “giovani” come Instagram e TikTok, in questo 2022 anche il figlio di Mark Zuckerberg prediligerà i formati video, che sono ormai di gran lunga i preferiti dagli utenti. Non solo: i video saranno sempre più veloci, più brevi, più informativi. I Reels, insomma, spopoleranno anche su Facebook.

Ma non finisce qui. Un altro social media trend 2022 per Facebook sarà il fatto che il canale diventerà sempre di più dedicato alle nicchie. Come? Grazie a Gruppi Facebook, Live Audio Room e Facebook Live, tre strumenti fondamentali per avvicinarsi agli utenti, rendere più fruibili i contenuti e rivolgersi a un’audience che ha gli stessi interessi e usa lo stesso linguaggio.

Social media trend: cosa ci aspetta su Instagram?

In quest’anno anche Instagram punterà moltissimo sui video, che dovranno però avere delle caratteristiche ben precise: si tratterà infatti di video divertenti, utili, informativi e di qualità a livello contenutistico. A tutto ciò la piattaforma affiancherà degli strumenti più intuitivi per facilitare la vendita dei prodotti e rendere più immediato lo scambio fra influencer, video e acquisto online.

Social media trend: cosa ci aspetta su LinkedIn?

Ha da poco compiuto 18 anni e in Italia ha raggiunto i 16 milioni di iscritti: stiamo parlando di LinkedIn, il social network più conosciuto – e amato – per cercare e trovare lavoro. Dopo essere diventato maggiorenne, anche questo social ha vissuto di recente una grande rivoluzione. È stata infatti introdotta la modalità Creator: in questo modo gli utenti potranno pubblicare newsletter con i propri contenuti e accedere a un Creator Hub con tante funzionalità. LinkedIn si evolverà poi verso modalità video simili a TikTok, come preannunciato dall’acquisto dell’app di video tutorial Jumprope, oltre ad aggiungere funzioni per commercializzare i prodotti delle aziende.

Social media trend: cosa ci aspetta su Twitter?

Nel 2022 una buona social media marketing strategy su Twitter dovrà prevedere contenuti sempre più veloci, immediati e di facile uso. In questo senso, si andrà sempre di più verso un passaggio che ormai tutto il mondo del web (e non solo) sta vivendo: quello dal testo scritto all’audio. Twitter vivrà un momento di grandi cambiamenti, come la creazione di stanze dove i creator con una grande fanbase potranno interagire direttamente con alcuni follower: una specie di ClubHouse, però all’interno di casa Twitter.

Social media trend: cosa ci aspetta su TikTok?

È sicuramente il social del momento, ormai già da diverso tempo a dire la verità. Ma TikTok non solo non esaurisce il suo grande successo, ma nemmeno la sua voglia di insegnare alle altre piattaforme sociali a evolversi e mutare.

Una grande novità che ci sarà nel 2022 per TikTok va totalmente in controtendenza rispetto agli altri social: i video si vanno infatti ad allungare, durando ben 3 minuti, mentre i Reels sono passati a un massimo di durata di 60 secondi. Questo perché probabilmente la piattaforma ha deciso di dare più spazio agli utenti che vogliono veicolare dei contenuti e non soltanto puro intrattenimento.

Ma le buone nuove per il colosso non finiscono qui. Nel 2022, infatti, TikTok darò sempre più spazio ai video in diretta e metterà a disposizione degli strumenti efficaci per combinare intrattenimento e vendita di prodotti. Quest’ultima funzionalità è già disponibile in Gran Bretagna, sotto forma di live streaming shopping: durante una live è possibile selezionare un link, che rimanda all’acquisto diretto del prodotto.

 

Insomma, come avrai capito anche quest’anno ci attendono tante novità ed evoluzioni nel mondo dei social network. Se ancora non pensi di essere pronto ad affrontarle e hai bisogno di una consulenza per la tua strategia di comunicazione social, non esitare a contattarci subito!

Strategia per il marketing industriale: perché è importante averla

Se ti occupi di B2B la strategia marketing, gli obiettivi e il piano per raggiungerli sono elementi imprescindibili del tuo lavoro. Scopri perché è importante e come farlo nel migliore dei modi.

“Non ho il tempo per mettermi seduto a tavolino e pensare ad una strategia.” Questa è la risposta della maggioranza dei Piccoli-Medi Imprenditori italiani nel momento in cui si parla di strategia aziendale. Che si voglia chiamare Strategia di Marketing, di Crescita o di Posizionamento poco importa. La reazione è sempre la stessa.

Nel Marketing industriale, o Marketing B2B, la business strategy è però essenziale perché permette di analizzare il mercato di riferimento, posizionarsi e conoscere a fondo il proprio cliente. Senza una strategia definita si rischia di dare per scontate le esigenze dei propri clienti, non conoscere le soluzioni e le innovazioni dei competitor e di conseguenza essere meno competitivi sul mercato.  Stilare un piano marketing industriale può sembrare difficile ma bastano pochi punti fermi per crearne uno veramente efficace.

 

Definire l’obiettivo della strategia

Le definizioni di strategia marketing sono davvero molte, forse anche troppe ma in questo articolo non ne troverai nemmeno una. Basterà immaginarlo come un percorso, una strada. Si ma da dove parte, e soprattutto, dove arriva? La partenza è oggi, qui, subito. La partenza è il luogo esatto in cui ti trovi in questo momento. Apri il tuo pc, sfoglia i tuoi bilanci, dai un’occhiata al tuo negozio o al tuo stabilimento, conta il numero dei tuoi clienti. Ecco dove sei, ecco le coordinate da cui dovrai partire. Iniziamo quindi con il definire quali sono gli obiettivi di marketing da raggiungere: dove vuoi essere tra qualche anno? Quanti clienti vuoi raggiungere? Quale fatturato vuoi ottenere? Vorresti ampliare la sede aziendale, aprirne una nuova o semplicemente migliorare quella attuale?

In breve: “Vuoi far crescere la tua attività B2B?”

Scrivi la risposta a parole, con i numeri, disegna se preferisci, ma falla passare dalla tua mente al foglio di carta. Rendila concreta, dagli forma, trasforma il sogno in obiettivo strategico.

Alcuni impiegheranno 5 minuti a farlo, altri giorni, alcuni dedicheranno persino settimane prima di essere soddisfatti di quello che hanno riportato sul foglio. Non ha nessuna importanza. Non considerarlo un quadro da appendere alla parete. Consideralo la tua bussola. Una bussola da tenere sotto mano e, di tanto in tanto, da aggiornare, bilanciare, adattare alle acque in cui stai navigando, alle nuove priorità del tuo percorso.

Nessuno sprint da 100 metri. Parliamo di strategia marketing industriale, parliamo di obiettivi a lungo termine ed il successo, si sa, richiede tempo.

 

Analizzare il cliente tipo

Il tuo obiettivo è aumentare le vendite e quindi la soddisfazione del cliente? Bene, ma chi sono i tuoi buyer personas? Per comprendere al meglio il tuo cliente target devi necessariamente studiarlo: quali sono le sue esigenze, quali elementi o dubbi possono impedire l’acquisto del tuo prodotto o servizio.

Prova a capire come si muove il tuo cliente tipo, in che modo si informa prima di fare un acquisto, quali sono gli elementi che prende in considerazione per decidere di affidarsi a te o ad un altro fornitore. Come già detto nel nostro articolo sull’e-commerce marketing B2B , il processo d’acquisto nel B2B solitamente include decisori d’acquisto importanti. Ricorda che non parliamo del singolo utente ma di stakeholder consapevoli e informati.

Una volta che avrai in mente tutti questi elementi potrai sviluppare una strategia che sia in grado di comprendere diverse variabili ma soprattutto potrai colpire nel segno mostrando ai clienti che li conosci e che il tuo obiettivo è risolvere i loro problemi.

 

Trovare il giusto mezzo

Macchina, Treno, Aereo? No, non proprio. Parliamo dei mezzi da sfruttare per raggiungere il tuo obiettivo.

  • Prodotto: stai sfruttando al meglio la tua capacità produttiva? Hai scelto nel modo ottimale i tuoi fornitori? Parti dalla base, dalla tua offerta. Scomponila in piccole molecole (processi) e analizzale singolarmente. Dove puoi tagliare i costi e massimizzare il risultato?
  • Parola: come vuoi vendere il tuo prodotto/servizio? Qual è l’idea che il cliente assocerà alla tua proposta? Dipende da te e dal modo con cui la trasmetti. Negli ultimi anni ha assunto un’importanza che, a volte, supera persino quella del prodotto / servizio stesso. Il miglior prodotto del mercato comunicato nel modo sbagliato porta al fallimento. Spesso si pensa che nel B2B la comunicazione sia un elemento superfluo, non abbastanza rilevante da essere compreso in un piano strategico. Ricordati che stai parlando sempre a delle persone, quindi l’aspetto comunicativo è importante tanto quanto un buon prodotto.
  • Canale: Dove proponi la tua offerta? Sfrutti solo un negozio fisico oppure sei già presente online? È immediato e semplice acquistare il tuo prodotto? Fai ricorso alla SEO, alle campagne Google ADS oppure a quelle sui Social Media? E le fiere di settore, quanto possono essere utili?

 

Fare un piano marketing industriale

Una volta definiti i tuoi obiettivi, le tue buyer personas e i mezzi da utilizzare puoi definire le attività più adatte per raggiungere ciò che ti sei prefissato.

Il perno centrale del tuo piano marketing industriale è senz’altro il sito web. La tua vetrina digitale deve essere intuitiva, accattivante ma soprattutto performante così che possa essere fruibile dai tuoi potenziali clienti. Il sito deve essere costantemente aggiornato con informazioni utili sulla tua azienda o il settore di riferimento e, perché no, promozioni e sconti esclusivi sfruttando ad esempio le landing page B2B.

Nel tuo piano marketing industriale non possono mancare altri strumenti come, ad esempio, le pagine social e l’email marketing. Una strategia di marketing integrata prevede infatti l’utilizzo del maggior numero di mezzi possibili. Cura il tuo profilo social con informazioni e post aggiornati e renditi disponibile a rispondere alle domande degli utenti anche da Facebook e Instagram. In alcuni casi può essere utile avere un software CRM per rimanere in contatto con le aziende clienti o per avere un dialogo costante con quelli potenziali. Spesso basta un sms o una mail ben studiata per fare la differenza.

Anche i classici mezzi offline possono essere compresi in un piano marketing B2B. Pensa, ad esempio, alle fiere previste per il tuo settore oppure a eventi organizzati da te per intercettare nuovi clienti.

Una volta definito il piano delle azioni da intraprendere per catturare l’attenzione dei nuovi clienti è necessario definire il punto specifico in cui il contatto acquistato debba necessariamente essere preso in carico da un esperto vendite per consigliare e supportare al meglio l’interlocutore.

 

Definisci i KPI da misurare

Individuate le attività da svolgere, come capire se sono effettivamente performanti? Il modo migliore è quello di andare a individuare dei KPI specifici per ogni attività prevista. Se parliamo di sito web, ad esempio, puoi andare a misurare quanti utenti ti hanno contattato dalla landing page che avevi previsto. Se parliamo invece di email marketing, quanti hanno risposto alla tua mail richiedendo un contatto?

Confrontando i risultati raggiunti per canale di acquisizione potrai comprendere meglio su quali attività andare a investire in futuro e quali invece rivedere oppure eliminare dalla tua prossima strategia marketing industriale.

Ricorda che non tutti i canali possono avere gli stessi obiettivi di conversione. Con una campagna sui Social Media potrai raggiungere molti più clienti di quelli che hai presenti nel tuo database. Questo però non vuol dire che avrai più conversioni dal primo canale rispetto a quanto potresti fare con una campagna di email marketing. Mentre nel primo caso stai “sparando nel mucchio di utenti” nel secondo caso sai già che stai parlando con dei potenziali clienti.

Hai già messo la prima marcia oppure hai ancora dubbi sul tuo piano marketing B2B? Se hai bisogno di un supporto per iniziare con il piede giusto questa attività così delicata affidati ai nostri esperti. Puoi richiedere una consulenza continua su tanti aspetti del tuo piano marketing: siti web, campagne pubblicitarie, grafica, Social Media e tanto altro.

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